Evento domani a San Giovanni Rotondo, «Ancora oggi, chi soffre di disturbi mentali è spesso vittima di pregiudizi, discriminazione e isolamento. Troppe persone vivono nel silenzio per paura di essere giudicate o discriminate».
Ogni anno, dal 1992, il 10 ottobre, si celebra Giornata Mondiale della Salute Mentale, per promuovere, tramite attività che coinvolgono Istituzioni, Enti del terzo settore e del Volontariato, Associazioni e la cittadinanza, la consapevolezza e la difesa della salute mentale contro lo stigma sociale.
Per l’occasione, giovedì 10 ottobre, alle ore 10.00, presso l’Auditorium “Maria Pyle” di San Giovanni Rotondo si svolgerà un evento promosso dall’equipe del Centro Salute Mentale, tra cui il Dott. Vincenzo Di Bernardo, Dirigente Psicologo a cui abbiamo posto alcune domande per approfondire l’importanza di questa giornata e il valore della salute mentale nella nostra vita quotidiana.
Quali sono gli obiettivi della Giornata della Salute Mentale?
«Celebrare la Giornata Mondiale della Salute Mentale è fondamentale perché ci permette di accendere i riflettori su un tema che spesso resta in secondo piano, nonostante riguardi milioni di persone in tutto il mondo. Parlare di salute mentale significa parlare del benessere emotivo e psicologico di ognuno di noi. Quest’anno, l’obiettivo principale è continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del benessere psicologico, ma anche affrontare una sfida ancora presente: la lotta contro lo stigma. Ancora oggi, chi soffre di disturbi mentali è spesso vittima di pregiudizi, discriminazione e isolamento. Troppe persone vivono nel silenzio per paura di essere giudicate o discriminate. Celebrare questa giornata ci permette di fare un passo in avanti verso una società più inclusiva».
Quanto è importante la collaborazione attiva tra gli enti territoriali per migliorare i servizi di salute mentale?
«La collaborazione tra enti territoriali è fondamentale per garantire un supporto efficace e capillare sul territorio. Quando istituzioni locali, scuole, servizi sanitari e associazioni lavorano insieme, si crea una rete di supporto che permette di rispondere in modo più rapido e appropriato alle necessità dei cittadini. Le istituzioni locali hanno un ruolo chiave nel promuovere la salute mentale, facilitando l’accesso ai servizi e finanziando progetti di prevenzione. Il dialogo tra i diversi attori territoriali aiuta a costruire soluzioni concrete e su misura per le esigenze della comunità, creando un sistema integrato che non lascia indietro nessuno».
Che ruolo giocano le associazioni locali nel promuovere la salute mentale e combattere lo stigma?
«Le associazioni locali sono fondamentali perché portano sul territorio un messaggio di inclusione e solidarietà. Attraverso le loro attività, riescono a promuovere un approccio al benessere bio-psico-sociale. Le associazioni sono spesso in prima linea nel creare momenti di incontro, dibattito e sensibilizzazione, contribuendo a cambiare la percezione della malattia mentale. Inoltre, rappresentano un canale di supporto per chi vive un disagio, aiutando a ridurre l’isolamento. Il loro lavoro, unito a quello degli enti pubblici, costruisce un ambiente in cui tutte le persone possono sentirsi parte di una comunità accogliente e comprensiva».
Come coinvolgere i giovani?
«I giovani sono un pubblico chiave nella promozione della salute mentale, non solo perché spesso i primi segnali di disagio emergono in età adolescenziale, ma anche perché rappresentano il futuro della nostra società. Per coinvolgerli, dobbiamo parlare la loro lingua, creare spazi di dialogo aperti e utilizzare strumenti che li attraggano, come i social media o attività interattive nelle scuole. Noi del Centro di Salute Mentale cerchiamo di creare spazi di dialogo aperti, dove i giovani possano parlare dei propri problemi senza timori, proprio come l’evento commemorativo che si terrà il 10 ottobre a San Giovanni Rotondo, presso l’Auditorio “Maria Pyle”. Abbiamo invitato le classi quarte e quinte degli Istituiti di Istruzione Superiore a partecipare all’evento, chiedendo agli studenti di preparare delle domande da porre ai relatori. Questo tipo di partecipazione attiva è fondamentale, in quanto aiuta a creare una maggiore consapevolezza tra i giovani, a far capire loro che prendersi cura della propria salute mentale è altrettanto importante quanto prendersi cura del proprio corpo ed a renderli partecipi di una cultura del rispetto e dell’inclusione».
Cosa possono fare le famiglie e la comunità per sostenere chi vive un disagio psicologico o un disturbo mentale?
«Il supporto delle famiglie e della comunità è essenziale. Prima di tutto è importante ascoltare senza giudicare. Spesso chi vive un disagio psicologico ha difficoltà a esprimere ciò che prova, per paura di essere frainteso, non capito o deriso. Le famiglie devono imparare a riconoscere i segnali di sofferenza e incoraggiare il dialogo, facendo sentire che non c’è nulla di cui vergognarsi nel chiedere aiuto. Anche le istituzioni locali e i servizi di salute mentale hanno un ruolo fondamentale: devono garantire accesso a servizi adeguati e promuovere campagne di informazione per ridurre i pregiudizi. Solo insieme, come comunità, possiamo creare un ambiente sicuro e accogliente per chi soffre di un disturbo mentale, permettendo loro di ricevere il supporto necessario per migliorare la propria qualità di vita».
Intervista a cura di Maria Pia Carruozzi